Eccovi la traduzione di un’intervista di Nancy Gilson apparsa sul Columbus Dispatch. Si parla di scarpe rosse, cioccolato e…
D: Hai sempre avuto l’intenzione di scrivere un seguito di Chocolat?
R: No. È stato qualcosa che è semplicemente accaduto. Non credo sia realmente un sequel. Non è per niente simile al precedente. Penso possa essere letto separatamente. Non hai bisogno di conoscere Chocolat.
D: La parte riguardante la madre di Vianne in Le scarpe rosse non contrasta con la storia del film Chocolat?
R: Sicuramente, ma non ho scritto io il film. L’ho scritto come un seguito del libro, non del film.
D: Hai in progetto un altro libro con questi personaggi?
R: E’ difficile dirlo. È passata una certa quantità di tempo tra la stesura di Chocolat e quella di questo libro. Molto probabilmente, se ci sarà un seguito dovrà passare lo stesso lasso di tempo. C’è sicuramente molto altro da trovare nel personaggio di Anouk e, naturalmente, ora c’è un’altra figlia.
D: Ti è piaciuto il film di Chocolat?
R: Credo abbia funzionato bene. Era inevitabile che venissero fatti un certo numero di cambiamenti e che la trama venisse resa più lineare, con più enfasi sulla storia d’amore. E hanno minimizzato le scene più cupe e marginali.
Credo fosse un cast quasi perfetto. La qualità del casting, della regia, dei costumi era meravigliosa.
D: Hai ricevuto critiche per aver trattato temi come la stregoneria?
R: Sì. Ma ci sono molte persone pazze nel mondo. Ho preso nota, ma non ci ho fatto troppa attenzione. Ci sono persone che dell’interpretare l’Onnipotente hanno fatto la loro vita, e alcune di loro sembra abbiano bisogno di dire: “Hey, non raccontare favole ai nostri bambini.”
D: Cosa ti ha fatto scrivere Runemarks (Le parole segrete)?
R: E’ cominciato tutto come un esperimento. Non era pensato per la pubblicazione, ma mia figlia lo trovava divertente. Erano una serie di favole della buonanotte… e lei ne voleva ancora e ancora. Lei aveva nove anni all’epoca, ora ne ha quattordici. Il libro ha avuto una reazione eccellente da parte dei ragazzi e dei lettori di tutte le età. Il pubblico del fantasy è estremamente ampio. Ho ricevuto una lettera da una signora di novant’anni che diceva che quello era il suo primo romanzo fantasy e mi chiedeva di muovermi e scrivere il sequel perché a lei non resta poi molto tempo… un seguito è probabile.
D: Quali autori ammiri e leggi?
R: Oh, molti: Ray Bradbury, Nabokov, Dickens. Leggo sempre cose nuove e scopro cose più vecchie.
D: Cosa ti piace delle letture in pubblico?
R: E’ una bella opportunità per interagire coi lettori. Non si ha spesso questa opportunità. Il commento più onesto che si riceve è quello del pubblico. Non puoi fidarti dei critici e dei professionisti del mestiere. Il pubblico valuta con la propria testa.
D: Ti piace la cioccolata?
R: Naturalmente. Mangio ogni tipo di cioccolato. Trovo che avendo scritto di questo argomento, la gente me ne regala una gran quantità. Mi piace il cioccolato di qualità.
D: Il tuo preferito?
R: Le ciliegie ricoperte di cioccolato.
D: Continui a suonare il basso in una band?
R: Sì. Suono nella stessa band da quando avevo sedic’anni. Non suoniamo in pubblico molto spesso. Non abbiamo un nome. Ammeno che tu non esca a suonare, non hai bisogno veramente di un nome.
D: Hai sempre avuto l’intenzione di scrivere un seguito di Chocolat?
R: No. È stato qualcosa che è semplicemente accaduto. Non credo sia realmente un sequel. Non è per niente simile al precedente. Penso possa essere letto separatamente. Non hai bisogno di conoscere Chocolat.
D: La parte riguardante la madre di Vianne in Le scarpe rosse non contrasta con la storia del film Chocolat?
R: Sicuramente, ma non ho scritto io il film. L’ho scritto come un seguito del libro, non del film.
D: Hai in progetto un altro libro con questi personaggi?
R: E’ difficile dirlo. È passata una certa quantità di tempo tra la stesura di Chocolat e quella di questo libro. Molto probabilmente, se ci sarà un seguito dovrà passare lo stesso lasso di tempo. C’è sicuramente molto altro da trovare nel personaggio di Anouk e, naturalmente, ora c’è un’altra figlia.
D: Ti è piaciuto il film di Chocolat?
R: Credo abbia funzionato bene. Era inevitabile che venissero fatti un certo numero di cambiamenti e che la trama venisse resa più lineare, con più enfasi sulla storia d’amore. E hanno minimizzato le scene più cupe e marginali.
Credo fosse un cast quasi perfetto. La qualità del casting, della regia, dei costumi era meravigliosa.
D: Hai ricevuto critiche per aver trattato temi come la stregoneria?
R: Sì. Ma ci sono molte persone pazze nel mondo. Ho preso nota, ma non ci ho fatto troppa attenzione. Ci sono persone che dell’interpretare l’Onnipotente hanno fatto la loro vita, e alcune di loro sembra abbiano bisogno di dire: “Hey, non raccontare favole ai nostri bambini.”
D: Cosa ti ha fatto scrivere Runemarks (Le parole segrete)?
R: E’ cominciato tutto come un esperimento. Non era pensato per la pubblicazione, ma mia figlia lo trovava divertente. Erano una serie di favole della buonanotte… e lei ne voleva ancora e ancora. Lei aveva nove anni all’epoca, ora ne ha quattordici. Il libro ha avuto una reazione eccellente da parte dei ragazzi e dei lettori di tutte le età. Il pubblico del fantasy è estremamente ampio. Ho ricevuto una lettera da una signora di novant’anni che diceva che quello era il suo primo romanzo fantasy e mi chiedeva di muovermi e scrivere il sequel perché a lei non resta poi molto tempo… un seguito è probabile.
D: Quali autori ammiri e leggi?
R: Oh, molti: Ray Bradbury, Nabokov, Dickens. Leggo sempre cose nuove e scopro cose più vecchie.
D: Cosa ti piace delle letture in pubblico?
R: E’ una bella opportunità per interagire coi lettori. Non si ha spesso questa opportunità. Il commento più onesto che si riceve è quello del pubblico. Non puoi fidarti dei critici e dei professionisti del mestiere. Il pubblico valuta con la propria testa.
D: Ti piace la cioccolata?
R: Naturalmente. Mangio ogni tipo di cioccolato. Trovo che avendo scritto di questo argomento, la gente me ne regala una gran quantità. Mi piace il cioccolato di qualità.
D: Il tuo preferito?
R: Le ciliegie ricoperte di cioccolato.
D: Continui a suonare il basso in una band?
R: Sì. Suono nella stessa band da quando avevo sedic’anni. Non suoniamo in pubblico molto spesso. Non abbiamo un nome. Ammeno che tu non esca a suonare, non hai bisogno veramente di un nome.
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